I Piani di Montelago
Nelle vicinanze di Camerino (MC), si estendono due piccoli bacini endoreici incuneati nei rilievi dell’Appennino centro-meridionale, posti a quote leggermente differenti. La loro origine è prevalentemente tettonica: essi occupano infatti una depressione limitata da faglie che hanno prodotto il ribassamento della zona centrale rispetto alle aree circostanti, generando spazi verdi, aperti e suggestivi.
La geologia
- I Piani di Monte Lago
paleo-lago, siti preistorici, geoglifi, misteriosi resti rocciosi
Nelle vicinanze di Camerino (MC), il cui centro storico medioevale, patrimonio dell’Unesco, è ancora oggi purtroppo inagibile a causa del terremoto del 2016, si estendono due piccoli bacini endoreici glossario incuneati nei rilievi dell’Appennino centro-meridionale, modellati sulle rocce calcaree della Successione Umbro- marchigiana glossario, posti a quote leggermente differenti (Fig.1 e Fig. 2). La loro origine è prevalentemente tettonica: essi occupano infatti una depressione limitata da faglie normali glossario che hanno prodotto il ribassamento della zona centrale rispetto alle aree circostanti. La depressione tettonica così formata ha creato le condizioni per la formazione di un bacino lacustre presente in tempi storici (da qui il nome del sito). Attualmente i Piani, in periodi di abbondanti precipitazioni, si allagano ancora anche se solo parzialmente. L’intera area è ulteriormente rimodellata da processi carsici; si osservano infatti sulla superfice varie doline e inghiottitoi che smaltiscono le acque superficiali. Le prove colorimetriche hanno dimostrato che il deflusso delle acque sotterranee avviene prevalentemente verso ovest: le acque della sorgente di San Giovanni, sul versante occidentale di Monte Crestaio, si colorano dopo circa 12 ore mentre le altre sorgenti intorno alla zona rivelano solo poche tracce di colorante.

Fig. 1 – Panoramica sui Piani di Montelago da Monte Castellaro
La bonifica del lago superiore si deve ai Conti Da Varano, signori di Camerino nel XV secolo, i quali fecero abbattere la soglia che separava i due invasi, facendo defluire le acque nel bacino sottostante. Ancora oggi questa soglia è ben visibile e viene attraversata dalla strada che collega i due Piani (Fig. 3).

Fig. 2 – Veduta panoramica del Piano superiore di Montelago
La bonifica consentì lo sfruttamento agricolo della piana fino agli anni settanta e attualmente è adibita a pascolo. La superficie dei Piani è caratterizzata da una zona depressa al centro, mentre il raccordo con i versanti è dolcemente inclinato e caratterizzato da scarpate connesse alle antiche fasi di espansione del bacino lacustre. Il Piano superiore è caratterizzato da livelli torbosi che permettono l’attecchimento di una vegetazione palustre messa in crisi recentemente da eccessivi interventi di drenaggio e dissodamento del terreno.

Fig. 3 – Piani di Montelago: particolare della soglia
I Piani di Montelago sono caratterizzati da rilevanti particolarità legate alla presenza dell’uomo fin da tempi antichissimi. Alla sommità dei rilievi che circondano l’area sono ubicati siti archeologici riferibili all’età del Bronzo e del Ferro (X secolo a.C.). Uno di questi, il Monte Castellaro (1043 m), presenta un vallo dalla forma ellissoidale perfettamente conservato (Fig. 4a e 4b).

Fig. 4a– Struttura ellissoidale presente alla sommità di Monte Castellaro (Google Earth Pro)

Fig. 4b – Struttura ellissoidale presente alla sommità di Monte Castellaro (drone)
Altro sito di interesse archeologico degno di essere visitato si trova in prossimità di Fonte Forno dove, in un’area pianeggiante e terrazzata, ci si imbatte in blocchi irregolari (Fig. 5) alcuni dei quali presentano degli incassi quadrangolari non naturali, presumibilmente utilizzati dalle comunità primitive come infrastrutture di contenimento o forse come luoghi di culto. Questi blocchi sono costituiti da detrito cementato (Fig. 6a) facilmente reperibili dal vicino affioramento di detrito di falda che limita la valle (Fig. 6b).

Fig. 5 – Località Fonte del Forno e blocchi sparsi

Fig. 6 a– Blocco di detrito cementato

Fig. 6b- Affioramento di detrito di falda tra la vegetazione
Originariamente questi megaliti erano disposti in fila e costituivano probabilmente un significativo monumento preistorico (Fig. 7) di cui purtroppo oggi rimangono solo poche tracce in quanto i massi sono stati recentemente spostati e disposti caoticamente nell’area.

Fig. 7 – Allineamento monolitico da Aringoli et al., 2006
Infine per chi volesse farsi una passeggiata bella ma abbastanza lunga, attraverso un percorso di crinale dall’altopiano di Monte Lago, si può raggiungere la sommità di Monte Primo dove ci sono preziose testimonianze di insediamenti appartenenti alla cultura villanoviana (900 a.C. - 700 a.C.). L’insieme delle strutture del complesso di Monte Primo fa pensare ad una comunità organizzata e strutturata, in grado di gestire importanti lavori collettivi e di selezionare aree funzionali non solo al culto, ma anche al controllo del territorio circostante (Fig. 8).

Fig. 8a– Veduta aerea di Monte Primo

Fig8b - Schema delle strutture presenti nel sito (Bonomi Ponzi, 1992